Ultimamente mi sono accorta di una cosa: faccio fatica a fare… una cosa alla volta. Anche la più semplice.
Metto su il caffè? Intanto ascolto un audio. Esco a camminare? Metto le cuffiette e parte un podcast. Preparo la cena? Apro un reel al volo. Mi siedo a mangiare? “Dai, metto una puntata in sottofondo.”
È tutto un colmare, un sottofondo continuo. Un modo per non restare mai… sola con me.
Come se il silenzio fosse noioso. Come se la lentezza fosse scomoda. Come se si potesse spegnere la testa da un momento all'altro se non la teniamo occupata.
Capita anche a te di sentirti così? Di correre sempre con la testa altrove, senza mai davvero fermarti?
E allo stesso tempo, però, sentirti costantemente stanco. Non perché hai fatto grandi cose, ma perché sei sempre… distratto. Pieno. Scarico.
E ci chiediamo perché succede?
Forse succede perché il cervello, poverino, non ha mai un attimo per respirare. Nessuno spazio vuoto per rimettersi insieme.
Forse temiamo il silenzio perché, in quei momenti senza rumore, emergono pensieri che evitiamo. O ci sembra di annoiarci. E allora lo riempiamo, per non sentire.
Io, ad esempio, non mi do mai il permesso di fermarmi davvero. Di stare in silenzio. Di non produrre, non ascoltare, non sapere. Solo… stare.
Quando magari la chiave sta proprio in questo: Non serve essere produttivi anche mentre peliamo le zucchine. Possiamo camminare… e basta. Bere un caffè guardando fuori dalla finestra. Restare in silenzio, anche se all’inizio fa un po’ strano.
Perché anche la mente ha bisogno di aria, di staccare, di riposare. E chissà, magari così ci sentiremo meno affaticati. Più presenti. Più noi.
E allora, oggi, ti invito solo a questo: Prova a dedicare cinque minuti al giorno al silenzio totale. Spegni tutto, siediti comodo e lascia fluire i pensieri senza giudicarli. Solo respirare.
Lascia che il silenzio ti faccia compagnia. E ti riporti a te.
Con affetto, a domenica prossima — Therapaint 💌